Visioni mistiche... in onda

 

Effetti secondari e protratti dell'ipossia... 16 APRILE 2014 - Enemonzo is MAGIC airport

 

Benvenuti in questa analisi di un mio volo in onda effettuato il 16 aprile 2014

 

Le previsioni davano vento teso da NORD/ NORD OVEST partendo da circa 1200 m QNH. In atterraggio il vento era paragonabile ad una leggera brezza da Est; senza grandi problemi sono decollato, ma preparato al fatto che, poco dopo il decollo, la turbolenza sarebbe arrivata già a basse quote ! Mi preparo quindi ad affrontare il traino in maniera accurata, stringendo le cinture e cercando di prevenire improvvisi impennaggi, che sicuramente sarebbero presto arrivati. Appena superata la fine della pista, iniziano le danze; purtroppo sottovaluto subito un rotore sopra Invillino, che mi porta ad impennarmi verticalmente con una violenza ed una velocità veramente violente. DEVO SGANCIARE subito per non mettere in difficoltà Fabio nel traino, vista la quota estremamente bassa alla quale eravamo posizionati, circa 250 m da terra.

Il volo inizia in maniera prematura, fatico moltissimo a causa di molti rotori migratori, che mi fanno salire e scendere come uno JOJO …. Decido di spostarmi in zona Col Gentile nonappena riuscirò ad avere una quota sufficiente per compiere la planata in sicurezza. Cerco di capire come si sviluppa la termica spazzata dal vento, ma è un operazione molto difficile da fare. Capisco, solo dopo 30 minuti di assidua lotta, che non se ne viene a capo e decido di portarmi in una zona inusuale per l’aggancio, che solo teoricamente risulta ben esposta. L’incognita consiste nel fatto di indovinare se l’intenstà del vento e della conseguente onda sia ideale per creare un rimbalzo in ascendenza per quella particolare zona del monte Verzegnis, esposta a NORD e quindi priva di irraggiamento;  viste le numerose montagne da cui la valle magica è cinta, l’interrogativo è d’obbligo !Arrivo in zona Verzegnis a circa 1200/1300m H …. Subito capisco che “c’è una festa” e decido di intrufolarmici anche senza invito; mi avvicino con cautela ai costoni esposti al vento, ma fiducioso nella dinamica che appare già considerevole a quella quota.Eseguo numerosi passaggi seguendo gli anfratti che la montagna disegna ed in pochi minuti mi trovo ad una quota che definirei interessante, circa 2500m, che mi permette di iniziare a pensare a come cercare l’ascendenza giusta per arrivare alla tanto amata STRATOSFERA !!!

Osservavo, già dalle prime ore del mattino, una strana conformazione dei cumoli in una zona leggermente a nord/ovest del lago di Sauris. Decido che in quella zona avrei potuto trovare qualcosa di interessante; il problema era come poter raggiungere quella destinazione senza trovare dei sottoventi lungo il cammino o perlomeno, cercare di evitare il più possibile di mettermi in situazioni difficile, cosa per altro molto semplice vista la giornata. La soluzione era tanto semplice, quanto obbligatoria, avrei dovuto salire ad almeno 3000 metri per poter provare a sondare la zona a nord del lago in maniera relativamente serena.

Mi dirigo verso il passo della Mauria, restando in cresta sulla catena montuosa a SUD del passo, che espone le pareti al vento proveniente da NORD; come da previsione il vento aumenta considerevolmente in proporzione alla quota. Stimo a 3000 m H un valore ragguardevole di 35 km/h. Il cammino scelto paga sempre in termini di quota, ma risento dei rotori, che inevitabilmente la stretta valle genera con le montagne che compongono la catena a NORD del passo.Con difficoltà e molta turbolenza, continuo a salire esplorando il territorio con perizia ed uno sguardo sempre intento a verificare la situazione a nord del lago. Arrivo circa al monte Duranno, avendo accumulato una quota sufficiente da permettermi di puntare direttamente alla zona di interesse prioritario. Taglio quindi la valle con prua NNE e mi concentro sulla situazione visualizzata dai cumoli che qualcosa di bello promettono.La temperatura è molto bassa, circa -15/18 gradi, ma il sole scalda ragionevolmente il mio corpo ( e che corpo !), piedi compresi ! Mi accorgo altresì di molti spifferi fastidiosi che provengono dal musetto del mio aliante; probabilmente la chiusura dell’areazione è leggermente difettosa e lascia entrare un getto gelido di aria, che sbatte violentemente sotto la pianta del piede ! Raggiungo la zona che desideravo esplorare a nord del lago e vedo la strana conformazione dei cumoli, disposti in maniera circolare, con basi che stimo ad essere a circa 3500/4000 m H. Adesso sono sicuramente in una zona di forte ascendenza, la medesima che genera questa ascendenza anomala forzata e dispone i cumoli i maniera circolare, come a rappresentare un passaggio segreto per un mondo che non si vede e del quale non si anno le coordinate. Mi resta solo da individuare “la chiave di volta”, che mi permetterà il passaggio a questa nuova dimensione spazio temporale. FIGO J !!! Osservo uno strano sfilacciamento ciclico nella consistenza dei cumoli che vanno a comporre questo anello dalla forma ellittica, così particolare e molto etereo; cerco subito di dirigermi verso la zona più prossima al fenomeno…. 

BOOOOOOMMMMM !!! immediatamente e senza incorrere nella turbolenza, che solitamente precede le salite in onda, entro in un valore di circa +3.5 m/s, costante, liscio ed in deciso aumento.

 Da qui in poi è una continua ed instancabile salita che raggiunge valori considerevoli di + 6m/s costanti, che mi portano rapidamente a scavalcare i cumoli disposti ad ellisse proprio sopra il lago. Da quassù la situazione è decisamente surreale, quasi mistica. Di salite in onda ne ho fatte diverse negli scorsi anni, ma questa assume sicuramente un valore ragguardevole in termini di emozioni, forse perché molto sudata e decisamente cercata. Resta il fatto che, a mio avviso, la situazione ondulatoria resta difficilmente prevedibile nella sua intensità e posizione, anche se “più o meno” le zone interessate dal fenomeno possono essere considerate sempre le medesime. Diciamo che potrebbe assomigliare al discorso termico convettivo, che dipende da x variabili, ma che in linea di massima risulta posizionato quasi sempre nelle medesime posizioni. La difficoltà nell’individuare questi fenomeni, resta quella di avere dei riferimenti visivi (cumoli, cirri ), che ti aiutino a capire l’intensità e la direzione che alle varie quote differisce moltissimo. Nel punto di salita maggiore, toccato a circa 5480 m QNH, l’intensità del vento superava i 60 km/h e la direzione del vento stimata dal mio Zander ZS1 J era di circa 30° ruotata verso nord – est rispetto agli strati sottostanti.

Lasciate le considerazioni pseudo tecniche, posso sicuramente dire che è stato un volo veramente spettacolare. Surfare i cumoli candidi e voluminosi a quote così considerevoli, lascia un ricordo fantastico e la consapevolezza di vivere sicuramente un privilegio, che pochi di noi possono vantare.Le immagini ed i video, parlano da soli e lasciano poco spazio alla fantasia, che forse in questo particolare caso, viene superata da questa magica realtà. Peccato che il mio impianto di erogazione ossigeno, abbia subito un blocco repentino a causa delle temperature estreme (- 27°C), che hanno congelato letteralmente le batterie dello stesso, imponendomi di lasciare la salita costante nella quale mi trovato.

Poco male, ero decisamente provato dal parziale congelamento dei piedi, dovute agli spifferi, che come lame si conficcavano nella suola delle mie scarpe. Un rammarico per la “dipartita” della mia fedele GOPRO posizionata sull’ala, che ha fatto il suo lavoro fino a 3500 m circa, per poi cedere sempre a causa del freddo inteso.

Le immagini da questa quota in su, sono state possibili unicamente grazie al mio cellulare, che ha svolto il suo lavoro in maniera dignitosa, permettendomi di conservare e condividere un ricordo di vita vissuta, che per sempre resterà nel mio cuore.

 

Pier Fassina

 

Grazie Enemonzo is Magic, per questo spettacolare volo che mi hai regalato!!!

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